La criniera rosa

Linea 14. Si siede molliccia di fianco a me.

Insaccata in una vecchia tuta nera, forse un regalo della Caritas, coinvolge tutto il tram in una fantasia di sudore e smog.

Come il tram avanza, si piega, sobbalza, così fa lei. Una medusa spiaggiata che punge e boccheggia.

E ha i capelli rosa. Rosa e a caschetto, come un manga giapponese. Dei sessant’anni che potrebbe avere, se ne sente 16.

5854_80_img_gallery_602“Vuoi parlare di capelli? Parliamone”

Mi accorgo che siamo solo io e lei. La sento borbottare imprecazioni, in un crescendo che ben si lega con le meccaniche antiquate del tram. È tardi e non ho voglia di farmi coinvolgere, con buona pace del blog.

Fermata. Sale una signora anziana, e io sono salvo.

Si siede (incauta!) di fronte a lei. È così piccola che non tocca terra con i piedi. Due voluminose borse della spesa equilibrano la sua figura secca e fragile.

– Ha fatto spesa?

La Signora in Rosa ridacchia, come chi la sa lunga di spese per la famiglia. La vecchina le sorride, forse più per quei capelli improbabili che per la domanda ovvia.

Et voilà. In un volo degno del miglior Pindaro, la Signora in Rosa racconta alla vecchina di quell’uomo che le fa la corte.

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“…e ‘nsomma, a ‘na certa sarta fori questo che je fa ‘a corte…” (Pindaro)

Va bene, non ha usato proprio l’espressione “fare la corte”. Siamo sulla Prenestina dopotutto, bisogna mantenere un linguaggio appropriato.

– Me se vole scopa’!

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“…e ‘nsomma, a ‘na certa sarta fori questo che se ‘a vole scopà…” (Pindaro)

La vecchina spalanca gli occhietti nascosti dagli occhiali. Non sa che fare, annuisce.

– E’ ‘n bell’omo, eh?

La Signora in Rosa sogghigna, fissandola come un bracchetto a caccia. Si sporge in avanti, subito frenata dai rotoli di grasso che le fanno da cintura.

– Er problema è che st’omo è er marito de n’amica mia! E nun se fa, coi mariti de’e amiche.

L’indice tozzo e sporco ondeggia per ribadire il concetto. Non si fa.

La vecchina annuisce un’altra volta, o forse non ha ancora smesso da prima. Dopotutto, può solo che annuire. Per quanto matta, la Signora in Rosa non dice cose sbagliate.

Mi chiedo, invece, se la vecchina, in passato non si sia fatta coinvolgere in qualche avventura del genere. Chissà. Quando gli Alleati sono entrati a Roma, per esempio. O magari quando l’attenzione del Paese era rivolta agli scontri di Valle Giulia. Il marito era via tutto il giorno e…zacchete, con il vicino di casa.

O magari mai, più semplicemente.

La Signora in Rosa la chiama. Si sporge in avanti.

– Però se poco poco questo continua a insiste’, io me lo scopo, signò.

Scoppia a ridere. L’ugola le si scuote in gola come un cartone animato.

– Certo che me lo scopo, nun me faccio probblemi!

La vecchina non dice una parola. Apre la borsetta, ci infila la mano, rovista rovista rovista.

Le porge una caramella. Sembra una nonna.

La Signora in Rosa ringrazia, accetta e scarta. E rimane in silenzio anche lei. Lei e i suoi capelli rosa.

Skaiosgaio

Scritto ascoltando “In a silent way” di Miles Davis.

4 pensieri su “La criniera rosa

  1. i romani te spiazza..a parte questo, la cosa che me piasi de più de sto post xe come te descrivi anche solo un gesto, una parola, che contai da ti diventa carighi de significado.

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